I disturbi alimentari

Da recenti studi emerge che i DA hanno un’età di esordio compresa tra i 10 e i 30 anni, con un’età media di insorgenza di 17 anni. I DA che insorgono prima del menarca sono più frequentemente associati a psicopatologie più severe, e hanno una prognosi psichiatrica più sfavorevole. Sono in aumento i casi di esordio in età tardiva e le forme croniche di soggetti con età superiore a 40 anni.

I DA sono una patologia prevalentemente femminile, con un rapporto di 9 a 1, tuttavia anche nei maschi la patologia sembra essere in aumento, ma tale aumento potrebbe essere dovuto al fatto che oggi molti più maschi chiedono di essere aiutati.

L’anoressia nervosa (AN) con forma restrittiva ha caratterizzato maggiormente gli anni’60, negli anni’70 si sono maggiormente manifestate varie forme di bulimia nervosa (BN), in seguito le varie forme di DA si alternano a pari incidenza: il DAI (disturbo da alimentazione incontrollata), il BED (binge eating disorder), e le forme multimpulsive di BN (bulimia nervosa).

Va ricordato che i DA sono disturbi caratteristici di un certo tipo di cultura (culture-bound) (Gordon, 1991) come dimostra la loro assenza nei paesi più poveri (Asia, Africa, America Latina) e la rapida comparsa tra gli immigrati di nazioni più povere in nazioni più ricche, a causa del rapido processo di occidentalizzazione (Nasser, 1997; Vandereycken e Noordenbos, 1998).

Il nucleo patogenetico che caratterizza i DA è determinato da un complesso insieme di fattori socioculturali, individuali e familiari che costituiscono i fattori predisponenti, precipitanti e perpetuanti dei DA. Guidano e Liotti (1983) sostengono che alla base del DA ci sia un deficit nelle strutture cognitive profonde legate all’identità personale, nell’AN, e il mantenimento del disturbo grazie all’interazione di bassa autostima, preoccupazione per il peso ed immagine corporea, restrizione alimentare e conseguenti abbuffate nella BN, e la necessità individuale di controllare l’alimentazione.