Panico e agorafobia

La natura dell’ansia, del panico e dell’agorafobia

Fin dai tempi dell’antica Grecia è stato descritto un disturbo che provoca paure irragionevoli in persone che, altrimenti, non mostrano avere problemi di natura psicologica. Solo verso la fine del secolo scorso questo tipo di problema ha cominciato ad essere riconosciuto e quindi denominato agorafobia che, letteralmente tradotto, significa paura (fobia) della piazza del mercato (agorà).

Più recentemente ha acquisito il significato generale di paura dei posti pubblici o degli spazi aperti; le ricerche svolte hanno portato a concludere che queste stesse paure non sono che le conseguenze di una ulteriore paura sottostante, cioè la paura del panico o di avere un attacco d’ansia (si può parlare di “paura della paura”).

Gli attacchi di panico sono molto comuni. Solo poche persone però hanno attacchi frequenti, che giungono a compromettere gravemente la qualità della loro vita quotidiana. Quando gli attacchi sono così frequenti, o quando la persona trascorre buona parte del suo tempo in preda  alla paura del prossimo attacco di panico, si può dire che soffre del “disturbo da attacchi di panico”.

Alcune persone colpite da attacchi di panico non cambiano sostanzialmente il loro modo di vivere; altre invece cominciano ad evitare situazioni particolari per paura di avere un altro attacco in quel frangente.

Si parla allora di evitamento. L’evitamento è legato principalmente a tre fattori:

1-la persona evita luoghi e situazioni che pensa possano dar luogo ad un attacco (vengono evitate più di frequente situazioni dalle quali è più difficile allontanarsi o nelle quali sia più difficile ottenere aiuto

2-la persona evita certe situazioni per paura delle conseguenze sociali di cui potrebbe risentire se avesse un attacco di panico in quel momento

3-la persona evita situazioni dove un attacco di panico potrebbe avere conseguenze pericolose (ad esempio smette di guidare l’auto per paura di avere un incidente)

E’ importante sapere che non è necessario aver avuto un attacco di panico in una determinata situazione per iniziare ad evitarla; è sufficiente credere che in quella situazione lo si avrebbe (ansia anticipatoria).

Non contano, quindi, solo le esperienze reali, ma anche quelle che si vivono nel pensiero e nell’immaginazione.

Le situazioni più frequentemente evitate sono i luoghi affollati, gli spazi aperti, autobus, treni, spazi ristretti, luoghi lontani da casa, oppure luoghi dove è difficile ottenere rapidamente aiuto.

Va sottolineato infine che è importante distinguere tra paura fondamentale (primaria) e paure derivate (secondarie):

chi è affetto da agorafobia deve imparare a controllare la paura primaria, cioè quella degli attacchi di panico. La consapevolezza di riuscire a tenere sotto controllo l’ansia e il panico permetterà poi di affrontare situazioni evitate.