Sintomi

L’iperventilazione è un modo estremamente scorretto di respirare che caratterizza le persone ansiose, le reazioni metaboliche dell’organismo si basano infatti sul delicato equilibrio tra ossigeno e anidride carbonica nel sangue. Questo equilibrio dipende dal ritmo e dalla profondità del respiro. Iperventilare, ovvero respirare più velocemente o più profondamente porta ad un’alterazione dell’equilibrio con un aumento eccessivo di ossigeno e soprattutto una diminuzione dell’anidride carbonica. La diminuzione dell’anidride carbonica a sua volta produce un aumento dell’alcalinità del sangue. L’aumento dell’alcalinità del sangue porta ad un restringimento di alcuni vasi sanguigni che portano il sangue a certe aree del cervello. Paradossalmente quindi mentre l’iperventilazione convoglia più ossigeno nei polmoni, al cervello ne arriva meno provocando dei sintomi caratteristici. Schema di P. M. Salkovskis, 1988:

FATTORI SCATENANTI

PERCEZIONE DI PERICOLO

APPRENSIONE

TENTATIVI DI AUMENTO DEL RESPIRO

IPERVENTILAZIONE

PERCEZIONE DEL RESPIRO DIFFICILE

SENSAZIONI FISICHE E MENTALI

INTERPRETAZIONE CATASTROFICA DELLE SENSAZIONI

PERCEZIONE DI PERICOLO

E si ricomincia…il circolo vizioso dell’ansia si perpetua.

 

I sintomi caratteristici dell’iperventilazione sono:

-vertigini

-testa leggera

-senso di confusione

-mancanza di respiro

-annebbiamento della vista

-impressione di irrealtà (de realizzazione)

La riduzione dell’ossigeno in varie parti del corpo, oltre che nel cervello, provoca:

-aumento dei battiti cardiaci

-intorpidimento e formicolii alle estremità

-mani fredde e sudate

-rigidità muscolare

Se la respirazione eccessiva continua si raggiunge una seconda fase dell’iperventilazione caratterizzata dai seguenti sintomi:

-gravi vertigini e nausea

-incapacità di regolare il respiro

-sensazioni di costrizione e peso al torace

-crampi nei muscoli in diverse parti del corpo

-perdita di conoscenza

-terrore crescente di infarto, di ictus, di morte

I sintomi della seconda fase dell’iperventilazione sono prodotti da reazioni di difesa automatiche dell’organismo contro la diminuzione dell’anidride carbonica. Queste reazioni sono dirette a limitare il respiro e a riportare l’anidride carbonica a livelli normali. Per esempio se l’organismo sviene, i meccanismi involontari riprenderanno il loro pieno controllo sulla ventilazione e interromperanno l’iperventilazione. L’iperventilazione non è sempre percepita, l’alterazione del respiro non è sempre evidente per chi osserva, né per chi la ha, ma può essere abbastanza subdola, specie quando una persona respira solo un po’ di più del normale ma per un lungo periodo di tempo. Se senza accorgersene diminuisce sempre più la concentrazione di anidride carbonica nel sangue, bastano anche lievi cambiamenti del respiro per scatenare i sintomi dell’iperventilazione (esempio uno sbadiglio o un sospiro).