Il disturbo borderline di personalità

E’ noto in letteratura che spesso gli eventi traumatici di abuso fisico o psicologico siano presenti  nelle costellazioni di disturbo di personalità. Più spesso in quello borderline.

Dal DSM- IV-TR descrizione dei criteri diagnostici:

“una modalità pervasiva di instabilità delle relazioni interpersonali, dell’immagine di sé e dell’umore e una marcata impulsività, comparse nella prima età adulta e presenti in vari contesti come indicato da cinque o più dei seguenti elementi:

-sforzi disperati di evitare un reale o immaginario abbandono

-un quadro di relazioni interpersonali instabili e intense, caratterizzate da alternanza tra gli estremi di iperidealizzazione e svalutazione

-alterazione dell’identità: immagine di sé o percezione di sé marcatamente e persistentemente instabili

-impulsività in almeno due aree potenzialmente dannose per il soggetto (es. spendere, sesso, abuso di sostanze, guida spericolata, abbuffate)

-ricorrenti minacce, gesti comportamenti suicidari, o comportamento auto mutilante

-instabilità affettiva dovuta ad una marcata reattività dell’umore (es. episodica intensa disforia, irritabilità o ansia, che di solito durano poche ore, e soltanto raramente più di pochi giorni)

-sentimenti cronici di vuoto

-rabbia immotivata e intensa o difficoltà a controllare la rabbia

-ideazione paranoide, o gravi sintomi dissociativi transitori, legati allo stress

Secondo la concettualizzazione cognitivo-comportamentale, in accordo con Beck et al. (1990), tre sono gli assunti di base che si possono notare nell’individuo borderline:

“sono senza potere e vulnerabile”, “sono innatamente inaccettabile”, “il mondo è pericoloso e malvagio”.

A causa della loro ereditata credenza di essere indifesi e privi di fonti di sostegno, per di più in un mondo ostile, vacillano tra l’autonomia e la dipendenza, senza però essere in grado di fare affidamento su nessuna delle due. Inoltre, i soggetti borderline hanno una modalità di pensiero dicotomica, pertanto tendono a valutare qualunque esperienza entro categorie mutualmente escludentesi, quali tutto buono o tutto cattivo, successo o fallimento, fedeltà o falsità. La combinazione del pensiero dicotomico insieme alle assunzioni di base costituisce la base per lo sviluppo del comportamento e delle emozioni borderline, tra le quali anche l’acting out e i comportamenti autodistruttivi. Secondo Young (1990), gli schemi disadattavi precoci si svilupperebbero durante l’infanzia, dando poi origine a pattern di comportamento disadattavi, i quali manterrebbero gli stessi schemi disadattavi. I più comuni schemi disadattavi precoci dei soggetti borderline sono:

-abbandono e perdita: “sarò sempre solo, nessuno vorrebbe vivere con me o starmi vicino se mi conoscesse bene”

-deprivazione emotiva: “nessuno è mai presente per soddisfare i miei bisogni, per essere forte per me e per prendersi cura di me”.

Linhean (1987) propone una formulazione comportamentale della patologia borderline. L’autrice sostiene che la caratteristica centrale della patologia sia una disfunzione della regolazione emotiva, la quale crea reazioni esagerate e impulsività. Si ipotizza che questa disfunzione abbia origini fisiologiche e venga successivamente rinforzata dalle esperienze con gli altri significativi, i quali sminuendo le esperienze emotive del soggetto, non gli permettono di acquisire le abilità necessarie per la regolazione emotiva. La combinazione di risposte emotive intense, di abilità inadeguate per la regolazione delle emozioni, del comportamento impulsivo e di un’opinione di sé disprezzante, porta a crisi inevitabili alle quali il soggetto non è in grado di far fronte; per questo motivo finisce per fare troppo affidamento sugli altri.